Tredicesimo giorno. Strathaven è un bel posto, ci hanno trattato bene. Questi scozzesi sono molto cordiali ed ospitali, somigliano a noi siciliani per molti versi, persone semplici.

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Ci sentiamo quasi a casa nostra se non fosse per il tempo; la loro estate è come il nostro inverno.

Abbiamo avuti tanti ritardi, decidiamo di ripartire, siamo appena a metà viaggio e ci attendono tanti chilometri ancora. Appena dieci minuti dal decollo la visibilità incomincia a scarseggiare, il cielo si chiude e piove insistentemente.
Fortunatamente siamo sempre più veloci del maltempo (che si ostina a perseguitarci) .Anche se riusciamo a lasciarci dietro la nuvoletta di Fantozzi non riusciamo mai a liberarci del vento contro, che è anche tanto e ci fa consumare spropositatamente rispetto ai chilometri percorsi. Raggiungiamo di nuovo la pista di Glassonby (che avevamo già visitato all'andata) riforniamo e contattiamo telefonicamente il prossimo punto di approvvigionamento dove, contiamo di arrivare dopo due ore circa, decolliamo quindi immediatamente.
Tanto per la cronaca ci teniamo a farvi sapere che una sosta per rabboccare i serbatoi richiede sempre un tempo considerevole e per dei volatori che sono in corsa contro il maltempo è importante farla nel minor tempo possibile (stile box Ferrari). Troviamo il carburante al campo di Saint Michael, come premesso, e si prendono anche gli euro!
Parlando di nuovo con Hubert (che è diventato il nostro santo protettore) ci dice che sua sorella vive nelle vicinanze di Bristol, in un paese di nome Bath, e che ci darà una mano se abbiamo bisogno. Gli diciamo di no perchè pensiamo di attraversare la Manica in giornata, ma ringraziamo per la disponibilità.

Strada facendo consumiamo più del dovuto ed atterriamo in un campo qualsiasi per travasare quel che abbiamo nei bidoni di riserva (che tante volte ci hanno permesso di arrivare a meta).
Grazie ai bidoni arriviamo al campo di volo di Heresfordshire, dove riempiamo i serbatoi e nuovamente i santi bidoni. Mangiamo un panino.
Riconsideriamo la possibilità di accettare la proposta di Hubert, sono già le 19.30 e con 280 km da percorrere non pensiamo proprio di farcela. Si va dalla sorella di Hubert.
Anche se in aria non lo si avverte, quando siamo atterrati ci siamo resi conto di quanto vento c'è, ecco spiegato il mistero del consumo, infatti non riuscivamo mai ad avere una crociera superiore ai 100km.
Copriamo i mezzi con dei teloni antipioggia costruiti da Claudio "specifici per questi mezzi"  che funzionano benissimo e andiamo a casa di Robert e Anna che ci stavano aspettando. Ci attendono una zuppa calda e tanta simpatia, senza l'aiuto di tutte queste persone sarebbe stato tutto molto più complicato.

Prenotano un bed & breakfast per noi e ci accompagnano per poter riposare e finalmente domani mattina abbandonare questa terra di aeroporti divora carte di credito e macchine che circolano in senso inverso, che ci fanno sporcare le mutande ad ogni curva.
La Manica ci attende ancora una volta.

Claudio Italiano

+39 340 273 0115

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