Quattordicesimo giorno. Church farm (il bed &breakfast) è un posto accogliente, ci siamo riposati bene. Colazione abbondante con bacon, uova fritte, succo di frutta (ci abitueremo di nuovo al solito caffe e basta?).

Inutile dire che il tempo è ancora uno schifo (volevo dire di merda ma non è educato) pioviggina e c'è nebbia. Fermi ancora? Volevamo scattare delle foto del lago di Lochness, su a nord, ma per questione di meteo avversa non è stato possibile, quindi il progetto di oggi è diventato andare a Stonehedge, ma se piove...

p>Il cielo incomincia ad aprirsi e ci dirigiamo in direzione del campo di volo dove abbiamo lasciato i mezzi sotto la pioggia. Tutto ok, Robert insieme ad un suo amico che possiede uno sky ranger si appresta a decollare insieme a noi per farci delle foto. Siamo diretti a un campo di volo non lontano da li che ci fornirà benzina e ci darà delle dritte riguardo la rotta da seguire per fotografare Stonehedge, perchè è nel bel mezzo di un'area militare.

Vento forte laterale ma per gli autogiro non è un problema, siamo in aria. Robert ed il suo amico ci seguono per un po' e poi ci salutiamo. Nel tragitto vediamo delle strane figure nei campi di grano. Prima una, poi un'altra e poi ancora un'altra, siamo capitati casualmente in uno dei famosi campi di "cerchi nel grano" che onestamente, non sapevamo nemmeno che si trovasero da queste parti! Poi troviamo una sorta di piccola Stonehedge, il panorama è affascinante e suggestivo. Ma chi se lo aspettava?

Dopo essere atterrati ed aver rifornito gli autogiro, l'istruttore del posto chiama alla base militare per avvertire della nostra presenza in zona, ma gli dicono che oggi sono in piena attività e che non sarà possibile. Nel fine settimana invece non ci saranno problemi. Porcaputt... ma chi si accontenta gode dicono... Almeno abbiamo qualche foto bella.

Ci dirigiamo verso sud e questa volta abbiamo il vento alle spalle, viaggiamo a quasi 170 km/h. Ma che sta succedendo? Anche l'Inghilterra si sta stancando di noi e ci da un aiutino per toglierci dalle scatole? Scendiamo molti chilometri più avanti, dopo esser entrati in contatto radio con la torre in un aeroporto minore ma dove operavano biplani acrobatici, elicotteri, aerei bimotori e tutt'altro che ultraleggeri, infatti eravamo delle "mosche bianche". Apriamo un piano di volo, ci salassano (per l'ultima volta) con delle tasse aeroportuali ed il costo del avgas (quasi doppio rispetto alla benzina normale) e dopo uno spuntino andiamo via. Sono daccordo che il ppl e gli aeroporti fanno fico ma preferisco la libertà!

Questa volta attraversiamo sul punto dove il treno si immette nel tunnel che spunta in Francia. Una volta dall'altra parte andiamo verso il piu vicino aeroporto per poter chiudere il piano di volo ma troviamo che non c'è nessuno meno male che abbiamo il numero che ci consente di farlo telefonicamente. L'unico essere vivente è un istruttore di volo locale al quale ci avviciniamo con l'intezione di risvegliare in lui un senso di pietà per farci accompagnare in paese. Domani mattina ci viene a prendere in albergo...Stiamo diventando dei veri professionisti!

Fino ad adesso ci siamo divertiti e riso tanto, mangiato troppo e rotto le palle a tanta gente. Credo proprio si ricorderanno di noi.